venerdì 5 ottobre 2012

Vivo a Cerveteri, e qui si vive rispettando le regole

... per chi non le avesse ben chiare, qui di seguito un breve riepilogo di quelle principali.







  • regola 1: mettere il "che" all'inizio e alla fine di ogni frase. esempio: l'hai visto? diverrà: che l'hai visto che?
  • regola 2: in salita e in discesa, si trasformano in: su pe' la salita, giù pe' la scesa
  • regola 3: qualsiasi rapporto che collega 2 persone (amicizia, parentela, conoscenza in generale) comporta l'uso della locuzione: parèèè. Esempio: al bar. A parèèèè come stai?
  • regola 4: mai confondersi "co li ladispolani". Loro vivono altrove, in un luogo lontano e difficilmente raggiungibile. 
  • regola 5: la piazza non è un luogo pubblico. E' privato. Appartiene a "li piazzaroli"
  • regola 6: se prima abitavi altrove e poi ti trasferisci a Cerveteri, sei un forestiero.  Dopo 20 anni di residenza lo status rimane invariato. Anche dopo 60. Idem per il figlio del forestiero. La cittadinanza cerveterana non si acquisisce. O ce l'hai per discendenza  o non l'avrai mai  (jus sanguinis).
  • regola 7: quando un cittadino di Cerveteri si interessa di te e vorrebbe conoscerti meglio, sapere chi sei e cosa fai, ti rivolgerà una sola domanda: de chi sei fijo? In conseguenza di ciò: a) se conosce la tua famiglia, da quel giorno, in osservanza della regola 3, ti chiamerà Parèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè; b) se non conosce la tua famiglia, vedi regola 6.
  • regola 8: per motivi affettivi e vezzeggiativi, i cerveterani chiamano il loro paese "Cervetri".
  • regola 9: un vero cerveterano per essere tale, deve avere almeno un tombarolo in famiglia.
  • regola 10: il confine di Cerveteri è dopo la piazza, al massimo può includere i giardinetti. Oltre tale confine, sappi che tu non sei più dentro,  ma fuori Cerveteri.
Però, mi piace....